In Sud Africa corso per il personale civile impegnato nelle operazioni regionali per il mantenimento e per il consolidamento della pace

Arriva in Sud Africa l’esperienza dei corsi di peacekeeping, per il mantenimento della pace, e di peacebuilging, per il suo consolidamento, della Scuola Superiore Sant’Anna che, fra il 17 e il 21 giugno 2013, grazie al contributo finanziario del Ministero degli Affari Esteri italiano, tiene a Johannesburg un corso di formazione destinato al personale civile di queste missioni, denominato “Training programme on civilian peacebuilding capacity”.
L’organizzazione è congiunta fra la Scuola Superiore Sant’Anna, nell’ambito dell’ “International training program for conflict management” diretto dal prof. Andrea de Guttry, e il St. Augustine College di Johannesburg, con il significativo sostegno da parte del Ministero degli Affari Esteri che si sostanzierà anche con la partecipazione dell’Ambasciatore Italiano in Sud Africa, Vincenzo Schioppa, e del personale diplomatico italiano alla cerimonia di apertura ufficiale.
Il corso fa il punto sul quadro normativo internazionale e regionale di riferimento delle missioni di peacekeeping e di peacebilding , nonché sugli strumenti operativi con cui il personale della componente civile è chiamato a confrontarsi. I temi trattati oscillano dagli aspetti più giuridici alle loro declinazioni e peculiarità regionali, alle questioni sui diritti umani, per concludere con argomenti collegati al disarmo e al reintegro di ex-combattenti.
“L’Italia, nel perseguimento dei suoi obiettivi di dialogo e di pace nel mondo, esporta così quella che è ormai riconosciuta una sua eccellenza sua eccellenza – spiega Andrea de Guttry, che coordina tutta l’iniziativa e che sarà impegnato in prima persona nelle lezioni frontali - svolgendo un ruolo determinante per la buona riuscita delle missioni sul continente Africano. Il peacekeeping e il peacebuilding intesi in maniera classica, infatti, sotto l’egida delle Nazioni Unite, negli ultimi anni hanno visto proliferare nuovi modelli regionali, in cui ad autorizzare e a gestire la missione sono organizzazioni appunto regionali, quali, l’Unione africana, la Comunità economica degli stati dell’Africa dell’ovest (Ecowas), la Comunità di sviluppo sud africana (Sadc), per citarne soltanto alcune. Dopo le esperienze in Ghana, Egitto, Sudan e Burundi, con questo corso la Scuola Superiore Sant’Anna e l’Italia continuano un progetto destinato a crescere in maniera ulteriore nei prossimi anni, coinvolgendo sempre più paesi e istituzioni Africane. Il nostro ruolo per la pace regionale, come Scuola Superiore Sant’Anna e come paese, sarà sempre più in primo piano”.